Google segnalerà le app che raccolgono dati senza avvisare

I dati che app e siti raccolgono dati dovranno chiedere consenso degli utenti, anche in merito al riutilizzo delle informazioni: in caso contrario, da fine gennaio saranno segnalati

 

I grandi della tecnologia sanno che sulla questione dei dati personali degli utenti si gioca la partita della credibilità e che gli scivoloni vanno evitati in tutti i modi. Così Google annuncia una stretta per siti e app che raccolgono e gestiscono dati personali degli utenti (vedi email e numeri di telefono) senza informarli.

Il monitoraggio e controllo dell’attività di parti terze deve necessariamente essere presa in considerazione da chi gestisce servizi online, per almeno due ordini di ragioni (che poi, sono anche connesse): la privacy, da un lato, e la sicurezza, dall’altro. Una maggiore attenzione infatti, può servire a tenere d’occhio chi veicola prodotti a scopi malevoli, come le app che sembrano quello che sono, come quella che si fingeva Pornhub su Google Play, per veicolare malware.

Secondo quanto comunicato dal Google Safe Browsing Team, le app che gestiscono i dati degli utenti o dei loro dispositivi, dovranno chiedere prima il consenso a chi la sta installando.

Inoltre, se l’app raccoglie e trasmette dati che non siano strettamente collegati alle funzioni dell’applicazione stessa, “l‘app dovrà evidenziare in modo inequivocabile” come questi dati verranno utilizzati e chiedere, ancora una volta, un consenso. Questa prassi sarà da intendersi estesa a tutte le funzioni del servizio, comprese le analisi e i report di malfunzionamento.

 

La nuova mossa di Google, rivolta agli utenti Android, sembra anche una risposta alla recente class action britannica che sostiene una raccolta di informazioni personali aggirando le impostazioni di privacy predefinite sull’iPhone tra giugno 2011 e febbraio 2012, attraverso il browser Safari.

Gli sviluppatori hanno poco meno di due mesi (le novità saranno operative dal 30 gennaio 2018) per mettersi in regola ed evitare di essere “segnalati”: se i requisiti richiesti non fossero soddisfatti, gli avvisi verranno visualizzati sui dispositivi dell’utente tramite Google Play Protect o sulle pagine Web che portano a queste app.

Fonte: https://www.wired.it/